I PRIMI TRE ANNI DELLA CASA DI ACCOGLIENZA “SAN CAMILLO" 

 alcuni problemi

 

            A partire dal secondo anno di attività si è presentato sempre con maggior frequenza il problema costituito dagli ospiti che all’Ospedale sono in regime di day-hospital. Il problema sta nel fatto che questi ospiti necessitano di particolari riguardi e precauzioni. Inoltre, una presenza cospicua di queste persone dà luogo ad una diversa forma di ospitalità nella Casa. Mentre infatti il parente di un degente trascorre quasi tutta la giornata all’Ospedale, la persona in day-hospital ed il parente che l’accompagna passano la maggior parte del tempo all’interno della Casa. Per fortuna per il momento la struttura offre spazi sufficienti a far fronte a questa forma di utilizzo. E’ opportuno ricordare che, a termini statutari, la Casa non si configura in alcun modo come surrogato delle strutture ospedaliere, quindi gli ospiti possono essere accolti solo qualora non necessitino di cure mediche all’interno della Casa. Naturalmente le condizioni delle persone in regime di day-hospital possono variare molto a seconda dei casi, quindi la loro sistemazione va attentamente valutata. Questo problema in netta crescita potrebbe trovare la sua soluzione in una diversificazione di utilizzo delle strutture, qualora una Casa simile alla nostra e dislocata vicino, in coordinamento gestionale, fosse dedicata espressamente a questo tipo di ospiti.

            Un secondo problema che si è presentato è il turn-over dei volontari. Parecchie persone della trentina di volontari che hanno iniziato a prestare la loro opera nel 1999 hanno cessato di farlo. Sono entrati per altro nuovi volontari, ma il saldo dopo tre anni è negativo. E’ quindi importante che nuove persone si offrano a far parte dello “staff” della Casa, ed altrettanto importante che i volontari che vi operano diano, oltre al loro tempo e alla loro opera, anche un contributo costruttivo sul funzionamento, per un sempre miglior servizio.

            Un terzo problema consiste nella constatata insufficienza della Casa di Accoglienza a far fronte alle richieste che pervengono da tutta Italia. Diciotto posti-letto sono poca cosa in rapporto alle esigenze manifestatesi. Altre iniziative sono quindi auspicabili, come quella che, tramite la Fondazione Cassa di Risparmio di Padova e Rovigo, l’Associazione Padova Ospitale e la Parrocchia di S. Camillo, hanno portato alla realizzazione della Casa.

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